Caro sindaco, non ci sono più parole…

Caro sindaco, non ci sono più parole…

Siamo quasi al giro di boa del mandato del sindaco di Padova e l’analisi del periodo non può essere che impietosa. Qualsiasi persona di buon senso, comincerebbe a porsi la domanda: dove stiamo andando? Ormai siamo al delirio di onnipotenza dove la conquista del potere ha provocato un salto di qualità nella deturpazione del patrimonio di questa città costruito in decenni.  Che cosa si può ancora dire delle scelte (sic!) del primo cittadino di Padova? Dietro ad ogni suo movimento e dietro a  quasi tutte le sue parole, esiste una forma di accanimento terapeutico: egli  pensa che prima in città ci sia stata solo sofferenza causata da un male da bitestirpare utilizzando proprie  cure taumaturgiche.

Ma di fronte a tutto ciò, è palese l’insipienza, l’incapacità, l’impreparazione ad amministrare una grande città, la superficialità, l’inconsistenza, la mancanza di conoscenza della città, la faciloneria (proviamo, poi vedremo se funziona!!!), l’inadeguatezza e infine l’arroganza del nostro primo cittadino. Le decisioni non vengono prese per il bene dei padovani, ma per ripicca contro i comunisti, per alterigia, per supponenza, per mero esercizio del potere, condite con insulti,  urla e strepiti passando per un  numero ragguardevole di querele. Divieti, proibizioni, finte aperture, chiusure di ogni tipo e recinzioni, decisioni avventate e senza senso; regolamenti contro l’ingresso dei  bambini stranieri nelle scuole comunali, contro le famiglie di stranieri, purghe prima contro gli assessori e ora anche contro i consiglieri dissenzienti; ordinanze senza senso (pensate quella sull’ebola, sulle prostitute, contro i parrucchieri stranieri, gli accattoni ecc.).

E ancora, perse mostre, la  Fiera delle Parole sostituita non si sa bene con cosa, manifestazioni sportive;  e poi il divieto delle bici in città,  i parchi e il verde pubblico abbandonati,  i quartieri lasciati soli; la sicurezza ostentata, ma scarsamente efficace. E poi soldi buttati per costruire uno stadio inutile  senza un’idea sul vecchio stadio; un ospedale che ormai è diventato un fantoccio più che il futuro di Padova e della sanità veneta; un trasporto pubblico di cui non si ha idea che fare e che ha perso migliaia di utenti, il Centro Congressi che non si farà più, L’auditorium abbandonato,  la Fiera che langue, la Zip di cui non si parla perché non si sa che dire.

Infine, l’ultima perla,  la libertà di stampa negata limitando l’ingresso dei  giornalisti a palazzo Moroni, quale palese e inconsistente dimostrazione di chi comanda in città. Ma forse il nostro non sa che già nel ‘800, J.S. Mill, scriveva: “E’ da sperare che sia trascorsa l’epoca in cui era necessario difendere la “libertà di stampa” come una delle garanzie …”  . Parole evidentemente vane per chi vorrebbe esorcizzare la stampa. Di fatto, il nostro, con questo ultimo  gesto, si è di mostrato perdente. La cosa che mi preoccupa di più è la mia città, il suo futuro; è diventata uno zimbello nazionale senza meriti. Sindaco, prima che ci sia il tracollo, lasci il posto a chi è più capace ed eviti il disonore. I Padovani, stia sicuro, non la dimenticheranno facilmente.

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