• “Ebrea, non sei gradita. Vai via”
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“Ebrea, non sei gradita. Vai via”

Era l’8 marzo e a Firenze, come in altre città d’Italia e del pianeta, si ricordava il valore della donna celebrandone la festa. Un giorno particolare dove molte scendono in piazza  per manifestare e far sentire la propria voce. A Firenze ci sono anche donne palestinesi che vogliono manifestare a favore delle loro “sorelle” e contro Israele. Nella piazza dove si urlano slogan e dove si esercita il proprio sacrosanto diritto a manifestare, arriva Sara, una ragazza come le altre. Ma Sara ha al collo un cartello sul quale è scritto: “Non una parola sugli stupri di Hamas”.

Si avvicinano altre ragazze del gruppo “Non una di meno” che ha organizzato l’evento di Firenze e le urlano in faccia: “Sei ebrea, vai, via” (parole di Sara). E poi, come si ascolta chiaramente dal filmato, continuano: “Non ti vogliamo, vai via. Devi andartene. Non sei gradita”. Finché arriva la Digos che le fa capire che lì non è proprio accettata. Una del gruppo, poi, ha voluto giustificare il gesto dicendo di averlo fatto per il suo bene, perché avrebbe rischiato dato che qualcuna poteva farle del male. Peggio la toppa del buco. Sara non è ebrea, dice di essere di sinistra, ha espresso serenamente la sua contrarietà a Netanyahu e alla guerra esprimendo solidarietà verso i palestinesi, ma voleva dire che c’è stato un altro evento, gravissimo: il 7 ottobre dove centiSchermata 2024-03-16 alle 09.28.55naia di donne sono state stuprate, massacrate, uccise dai terroristi di Hamas.

Il dissenso, la discussione evidentemente, in quel momento da quel gruppo  è rifiutata. Anche la provocazione. O la pensi come noi o non puoi restare. “Non una di meno” ha tradito il suo stesso nome. La democrazia e la libertà di espressione anche di critica viene cancellata e Sara, la provocatrice, cacciata. O la pensi come noi o non puoi restare nella libera piazza a manifestare. Eh sì! Libera piazza. Una sentenza. Capire, confrontarsi, discutere è il sale della democrazia così come la libertà di esprimere il proprio pensiero. Mandare via Sara è stato un gesto grave, non ascoltarla e capire le sue ragioni e anche le sue provocazioni non violente, anche.

Aggressione e odio tornano e gli ebrei sono nel mirino in Italia, in Francia, negli Stati Uniti e in altre parti d’Europa.  Questo nulla toglie al sostegno al popolo palestinese, alla condanna dei bombardamenti su Gaza, alla obbligatoria richiesta di fine del massacro, alla necessità di aiuti umanitari ed, infine, ad urlare la follia del presidente israeliano. I popoli occidentali che hanno costruito con fatica e dopo milioni di morti la democrazia e la libertà, non possono oscurare il pensiero e il dissenso e continuare in quello che è stato il male assoluto: l’odio verso gli ebrei. Purtroppo è un morbo che cova sotto la cenere anche senza il 7 ottobre e senza Netanyahu. Questi eventi ne hanno solo tolto la leggera superficie che lo copriva. La guerra deve finire, i crimini e l’odio devono cessare, i popoli devono convivere e la piazza deve rimanere libera.

 

 

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