• O l’Europa o la fine!
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O l’Europa o la fine!

Correvano i mesi di aprile e maggio del 1945 e si chiudeva il più grande massacro della storia: la seconda guerra mondiale. L’Europa era devastata, le città erano macerie e l’odore acre della morte copriva le pietre annerite dal fuoco e dalle esplosioni. Subito dopo, la fine della guerra vendette e odio,  continuando a lasciare una lunga scia di inutili lutti. Ma è da questa brutalità che, uomini illuminati, hanno saputo trovare e dare un’anima all’Europa. Per secoli si erano combattuti a ritennero   che nulla  doveva essere più come prima. La faticosa riconciliazione dei popoli attraverso gesti simbolici e fatti concreti hanno mostrato bandiera-europache l’uomo è capace di grandi cose e di mantenere insieme culture, lingue e persone che si erano  odiate fino a pochi anni prima.

Da Schuman, Adenauer, De Gasperi, che con la forza e la determinazioni dei grandi uomini, di chi ha voluto trovare ciò che univa ormai stanchi di ciò che divideva, si sono incontrati e si sono dati la mano. Gesto semplice ma straordinario allo stesso tempo. Anche se poi si sono costruiti muri creando ancora separazione. Ma sono stati abbattuti e ne rimane solo un triste ricordo. A memoria.  E non va dimenticato! Ricordiamo che un’altra sanguinosa guerra ha attraversato L’Europa, ma ora alcuni di quei paesi fanno parte della grande Comunità europea. Nel tempo, molti stati e molti popoli hanno contribuito all’allargamento della nostra Comunità perché insieme è meglio che non da soli; sono state eliminate le frontiere perché si capisca che si è nella stessa casa comune; si è introdotta una moneta unica per rafforzare anche il rapporto economico di una grande Comunità con una storia millenaria.

Ma ora, che si vuole tutto veloce, la rapidità non sempre è amica del bene, molti pensano che questa Europa abbia bisogno di ripensarsi, altri ne pensano l’inutilità per poi pentirsene amaramente come l’Inghilterra. Altri ancora, credono che costruendo muri si possa fermare la storia e non perpetrare l’inutile barbarie. Ma anche questi muri, prima o poi, saranno abbattuti dalla storia stessa perché ci sono donne e uomini che credono ancora in questa grande Comunità e nella sua umanità. Se mancano i grandi testimoni che abbiamo conosciuto, abbiamo altri testimoni che sono i milioni di cittadini europei che sanno che la somma è meglio della sottrazione e che le persone, comunque, in comunità vivono meglio che isolate.

Di fronte a ciò non ci saranno chiusure che potranno in futuro ricostruire barriere inutili. Ciò che sembra incancrenito e patologicamente incurabile, può essere lo stimolo per ripensare al futuro per una nuova Europa: quella delle persone, delle culture, delle etnie, dei colori, delle religioni, delle fedi.  Per questo il 26 maggio si deve andare a votare. E lo dico soprattutto a chi compie 18 anni e magari  ha idee confuse perché il futuro sta nelle sue mani e non può sprecare questa grande occasione. Perché la libertà è meglio dell’oppressione e la sulla democrazia non si può transigere. Non muri ma ponti tra di noi e con gli altri. O vediamo questo futuro per l’Europa e non ci sarà più l’Europa!

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