• Vaccini, Fiera e il suo futuro
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Vaccini, Fiera e il suo futuro

Dal 15 febbraio 3500 vaccini al giorno saranno somministrati in Fiera al padiglione 6. La disponibilità di spazi fieristici per accogliere migliaia di persone  in un momento molto complicato anche per il comparto espositivo, dimostra che la Fiera può essere adattabile e, diciamo, modulabile. Le trasformazione che la nostra Fiera ha vissuto in questi ultimi anni soprattutto dal 2019, e la crisi profonda che il mondo fieristico stava già vivendo prima del COVID, preoccupa, ma può diventare un punto di ri-partenza .

Pensare di tonare indietro e rivedere la Fiera secondo i modelli che fino a qualche anno fa venivano proposti dal sistema, penso sia improponibile e, forse, anche improbabile. Le trasformazioni del mercato, l’online, i costi espositivi, non possono che richiedere una rigenerazione  del sistema. Ora la realtà è completamente trasformata e anche la Fiera, pur senza perdere la propria tradownloaddizione espositiva, non può aspettare. Il  Know how acquisito in anni di esperienza, dovrà essere gestito e ripensato in chiave futura: non può essere diversamente. La pandemia ha spinto ad una profonda riflessione i soci della Fiera di Padova, anche e soprattutto per uscire dalla forte crisi economica. Quindi una Fiera non isolata da resto del sistema fieristico veneto, ma che dovrà mettere in moto la sua autonomia generativa di  collaborazione e di novità.

Alcune novità sono già  messe a sistema e  non possono che portare benefici alla Fiera e alla società Padova Hall che la gestisce. Benefici non solo economici, ma anche di immagine per la  sfida di una  lungimirante trasformazione. Portare nei suoi padiglioni l’Università, creare un polo della ricerca  non significa “svendere” la Fiera, ma guardare oltre il sistema espositivo che pur, naturalmente, ha e avrà la sua fondamentale importanza. Far nascere delle Startup innovative, aiuta e rinnovare e ripensare, non solo la Fiera, ma avere una città che guarda al domani. Oltre a quanto giustamente diceva il direttore Veronesi: “La parola d’ordine è ibridazione: tra fisico e digitale”.

Il fisico e il digitale: l’uno non cancella l’altro, ma devono collaborare, intersecarsi in un sistema sempre più innovativo di eventi. Questo mettendo a fianco lo straordinario valore aggiunto del Centro Congressi che dovrà essere fatto camminare, non solo per valorizzarlo e ridare vitalità alla Fiera , ma soprattutto per riportare alla nostra città le sue grandi potenzialità convegnistiche, pensando solo a Università e Nuovo Polo Ospedaliero. Le crisi possono essere foriere di novità, di ripartenze, di futuro. La crisi dell’inizio del 2021 come la conclusione del 2020 non sono state facili, ma capacità e competenze aiuteranno a superarla. Aiuti dallo Stato immediati, ma soprattutto lavorare per un sistema fieristico integrato del Veneto e per la sua continua rigenerazione ridisegnando il presente pensando al futuro. Intanto si aprono le porte per i vaccini.

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