• Religione e terrorismo: (in)solito binomio
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Religione e terrorismo: (in)solito binomio

Di fronte alla strage di Barcellona, alle uccisioni dei cittadini finlandesi e, alla strage miseramente e rapidamente dimenticata dal mondo intero del Burkina Faso, si è scatenato immediatamente il tam tam che accusa la religione, in questo caso islamica, di essere la ragione di melogtanta violenza. Chi ha ucciso era musulmano quindi, fate attenzione a tutti i musulmani. Il web e non solo fa affermazioni in rapida successione: la religione islamica impedisce ai musulmani di integrarsi, di rispettare i nostri valori, di essere come noi e via dicendo.

Il problema sorge nel momento in cui le orde si impadroniscono della conoscenza e della sapienza senza essere, almeno per qualche momento, state su un libro a studiare. Troppo faticoso e dispendioso. Pochi conoscono, troppi sanno e dicono la loro, nella massima libertà di dire tutto ciò vogliono, tanto nulla può capitare. Sta di fatto che la conoscenza delle religioni e non solo di quella musulmana, resta chiusa nei cassetti per anni, dopo le lezioni di catechismo, per chi l’ha frequentato, o di qualche lezione di religione a scuola, per chi ha ritenuto di avvalersene. Poi il nulla, solo la tristezza del nulla.

La religione è un tema complesso, talvolta ridicolizzato da chi la pensa ormai, nella rapidità del cambiamento, come un retaggio del passato. Sta di fatto che, invece, entra prepotentemente nel nostro tempo e viene utilizzata e strumentalizzata per la violenza e per condannare la violenza. Non c’è tempo per pensare, meglio dire qualcosa, poi se questa sia vera o meno, non importa, se sia intelligente o meno, non importa. La superficialità con la quale si affrontano temi complessi è disarmante, e la scarsità della conoscenza delle religioni imbarazzante. Un notizia scaricata da internet può diventare verità acquisita senza valutazioni, comparazioni; dati letti e scarsamente verificati vengono venduti come l’ultima e veritiera ricerca che conferma la tesi, lo slogan gridato dal politico di turno, quasi come un best seller. Islam, cristianesimo, ebraismo tutto mescolato nel calderone e utilizzato a piacimento.

Tutto è propaganda? Può darsi, ma da qualche parte c’è qualcuno che ha volontà di ascoltare per imparare prima di parlare. La soluzione dei problemi può essere aiutata anche dalla conoscenza.  Comunque una cosa è certa: se ti trovassi in una affollata spiaggia italiana e  gridassi: Allah akbar ti prenderebbero per terrorista, se invece  gridassi: “Dio è grande! Ti prenderebbero per matto. Dov’è la differenza?

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