• Profughi: Zaia assente
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Profughi: Zaia assente

Quando nel luglio del 2014 il presidente Zaia, nella conferenza Stato-Regioni, firma l’accordo per affrontare l’emergenza sbarchi, offrendo la disponibilità per accogliere 3.700 profughi in Veneto, evidente si era assopito e non aveva chiaro cosa questo comportasse. Non ha avuto il coraggio di affrontare in maniera decisa la situazione e mandato avanti le seconde linee urlanti e provocatrici per poter dare una risposta usando la propaganda e quindi una non-risposta di fronte, tra l’altro, alla presenza di 2.400 persone sbarcate in Siciproflia e arrivate in Veneto, molte meno rispetto a quelle previste. La domanda è, si chiede il vicesegretario del PD cittadino Tiso: “Come mai, di fronte ad una burocrazia borbonica che prevede oltre un anno per decidere chi ha diritto allo status di rifugiato, salvo ricorsi, non ha detto nulla? Cosa pensa Zaia del futuro di queste persone terminata l’emergenza? Come mai con l’assessore Donazzan non ha mai parlato di progetti per le scuole di formazione professionale che sono in capo alla Regione, necessari per affrontare e dare una risposta per il futuro di queste persone? Evidentemente, le urla di Salvini, la campagna elettorale, le manifestazioni dei commercianti, le provocazioni continue di Bitonci, gli sono bastate per stare zitto e per dire, ogni tanto, dei NO. L’ignavia della Regione potrà avere conseguenze pesantissime perché abbandonare le persone a loro stesse non può portare, per il futuro, nulla di buono. Le Istituzioni devono assumersi le loro responsabilità, conclude Tiso. Purtroppo, quando non si hanno proposte da fare e si aspetta solo il nemico sulle rive del Piave per cercare di respingerlo, questi sono i risultati.

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