• Le paure dei ragazzi
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Le paure dei ragazzi

Chi, come noi, non ha conosciuto il male della guerra, pensa che i conflitti siano sempre lontani e  non ci riguardino. I ragazzi, i miei alunni, hanno capito immediatamente che le bombe, i bombardieri, i fucili, le distruzioni e , soprattutto, i morti, sono reali, lontani dall’immaginazione che qualcuno vive a casa davanti ad un video gioco. E sono molto vicini. Vedono la sofferenza, i pianti delle mamme, i genitori che lasciano i figli per andare a combattere. Sentono le sirene d’allarme, vedono le persone che vivono come topi nei bunker, i carri armati che avanzano in lunghe file pronti ad utilizzare i loro carichi di distruzione.

Capiscono che, in quel paese, in Ucraina, si sta vivendo una tragedia vera. E quella tragedia viene percepita vicina a noi, alle nostre sensibilità e coinvolge persone che si conoscono, le loro famiglie. Le immagini sono forti, rimangono impresse nelle loro menti che fanno fatica a rielaborare pensieri complessi, fatti di strategie, politica e geopolitica. Semplificano molto e arrivano ad una conclusione: molti di loro hanno paura. SI guardano in faccia e colgono che, i loro compagni che provengono da zone limitrofe all’Ucraina, vivono momenti difficili. Spesso intrecci di famiglie, amici di amici, genitori  nel silenzio delle loro case, attendono con ansia notizie dal paese violentato.

Qualcuno, nato ai confini con l’Ucraina, racconta della paura del papà di essere richiamato alle armi anche se è di un’altra nazione. E ciò costruisce altro peso sulla sensibilità e il timore del figlio. Ma forse, conoscono meglio di noi le situazioni, le narrazioni di storie fatte da genitori o nonni, che hanno vissuto  tragedie di regimi oppressivi. Regimi dove la libertà era negata, repressa. Poi  conquistata ma mai completamente assaporata.  Alcuni stanno vivendo una spensieratezza che non è la stessa di una settimana fa, nonostante il virus. Capiscono che, per questa guerra, per ogni guerra, non c’è vaccino ma solo sofferenza, distruzione e morte. Sono preoccupati perché, nonostante i pochi giorni trascorsi dall’inizio del conflitto, non riescono a vedere una luce e temono che la Russia decida di varcare altri confini.

download L’umanità, riflettono, che ha sottoscritto i propri diritti dopo immani tragedie, si avventura in drammi le cui ragioni non possono essere giustificate con la distruzione della vita. I ragazzi che stanno godendo di un presente unico, hanno lo sguardo incerto verso un futuro confuso e a tinte fosche. Armi, armamenti, conflitti, morte, sofferenze li destabilizzano  perché hanno chiaro che , nonostante tutto ciò che ci viene detto, mostrato, la verità è lontana. Nessuno può essere preparato ad affrontare  una guerra, se ci si può preparare ad una guerra, ma è peggio quando ci si sente indifesi, soli davanti alle notizie che incalzano e fanno salire la tensione. Tutti siamo in attesa, basta che questa attesa non diventi  quotidianità di eventi che scorrono davanti a noi e, dei quali, si possa assuefarsi perché ci si sente impotenti. Quindi, cari alunni, cari ragazzi, non possiamo cadere nella disperazione della paura, ma nemmeno nell’indifferenza. Manteniamo alta la pretesa della pace. E, come si diceva: “Piccoli uomini fanno la guerra, grandi uomini vivono in pace”.

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