• John Fitzgerald Kennedy, JFK, ed. Garzanti

John Fitzgerald Kennedy, JFK, ed. Garzanti

In questo librettino si raccolgono alcuni grandi discorsi del  Presidente degli Stati Uniti ucciso a Dallas nel 1963. Molti di questi discorsi hanno un termine che nella cultura americana non è mai causale bensì causale: libertà. Il bene dell’America passa traverso la libertà che significa impegno, aiuto per chi sta peggio, difejfksa dei confini. Nessuno deve essere ritenuto più schiavo e nessuna discriminazione a causa del colore della pelle dovrà esserci.  Non a caso il ricordo Abraham Lincoln e chiaro, presente. Questo sua volontà di non discriminare chi è di razza diversa, probabilmente fu una delle cause che gli costò la vita. E la responsabilità di ogni americano, di ogni uomo di fronte al proprio paese,  sta nelle poche parole pronunciate in una di queste occasioni: “…non chiedetevi cosa il vostro paese può fare per voi ma cosa potete voi potete fare per il vostro paese”. Due di questi discorsi, segnarono la storia di allora e anche, se pensiamo, quella attuale. L’uno, drammatico, al momento della crisi missilistica di Cuba nel ’62, quando si era sull’orlo della terza guerra mondiale in cui disse: “…sono sicuro che oggi quasi tutti i cubani aspettano con ansia il giorno in cui saranno veramente liberi: liberi dalla dominazione straniera, di poter scegliere i loro leader. liberi di parlare, di scrivere…”. Come sappiamo, dopo 50 anni questa profezia si sta avverando con passi rapidi. E, infine, in un altro discorso tenuto a Berlino Ovest nel 1963, subito dopo la costruzione del muro, concluderà dicendo: “Tutti gli uomini liberi, ovunque vivano, sono cittadini di Berlino; perciò, in quanto uomo libero, sono fiero di pronunciare le parole:” Ich bin ein Berliner”. Un uomo che ha fatto la storia.

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