• Il Comune di Padova a Barbiana con gli studenti

Il Comune di Padova a Barbiana con gli studenti

La nuova importante tappa dei Viaggi nella storia organizzata dal Comune  di Padova attraverso Progetto giovani e proposto alle scuole superiori della città, ha portato  più di 200 tra studenti e insegnanti in visita alla scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani

Andare a Barbiana è sempre un privilegio per chi, come me, è insegnante e, allo stesso tempo si occupa di politica per la sua città. Ed è sempre un’emozione sapere che un prete, in un posto sperduto, ma non dimenticato né da Dio né dagli uomini, è riuscito a costruire quel qualcosa che ora noi tutti ammiriamo ma che, allo stesso tempo, ci rendiamo conto essere irripetibile sui nostri banchi di scuola. La scuola di Barbiana dava risposte a chi era costretto nella marginalità culturale e sociale, perché ognuno prendesse in consegna il proprio futuro. Un futuro che si modificava a grandi passi e che, con la sua intelligenza, don Lorenzo Milani aveva intuito. Era una questione di “metodo” , ripeteva Giancarlo, uno dei primi sei allievi della scuola, perché la scuola non fosse la nozione da apprendere, ma la vita da vivere e il bene da fare. Bisognava imparare a parlare in italiano, sapere le lingue, comunicare, aprire gli occhi su ciò che succede, imparare un mestiere. Era necessario informarsi, sapere di politica perché “i problemi degli altri sono uguali ai tuoi e bisogna darsi da fare per risolverli insieme”; avere il dominio della parola per difendersi; sapere comunicare con tutti senza sottomissione alcuna.

Don Lorenzo nulla lasciava al caso perché era consapevole che tutto ciò che veniva fatto e dato ai ragazzi, era strumento fondamentale per la loro crescita e il loro diventare cittadini autonomi, indipendenti e non succubi a chi possedeva il potere della cultura.  Il suo lavoro era costante e senza soluzione di continuità. Infatti la scuola era per tutto l’anno, senza vacanze. Anche quando i ragazzi venivano mandati all’estero per imparare le lingue, magari girando con l’autostop  perché non avevano soldi  per pagarsi il biglietto del treno,  era scuola.

Se poi aggiungiamo la sua invettiva contro i cappellani militari che erano dalla parte dell’ingiustizia,  la guerra, che sfociò nel motto “l’obbedienza non è più una virtù”, si capsice che la sua era una forza che metteva a disagio, dirompente anche verso i suoi superiori che rispettava profondamente come rispettava la Chiesa alla quale prestava assoluta obbedienza.

Avere portato circa 200 ragazzi delle scuole superiori di Padova ad ascoltare il messaggio di don Milani attraverso le parole dei suoi allievi,  forse vale molto di più di  molte lezioni.  Certo è che anche i nostri ragazzi non sono più quelli di don Milani, investiti ora da un’infinità di altri interessi, di altri stimoli esterni alla scuola e di altre forme di comunicazione che sono in tale rapido cambiamento che la rincorsa sembra impari.

La speranza è che quell’ulteriore motto “I CARE” che significa me ne importa, mi sta a cuore che è il contrario di “me ne frego” letto su un cartoncino ormai sbiadito nell’unica aula scolastica di Barbiana,  scritto a mano e che molti utilizzano ancora oggi, possa essere d’aiuto ai ragazzi che hanno partecipato a questo viaggio. Non solo! Ma che lo mettano in pratica, lo trasmettano ai loro compagni. Forse la scuola di Barbiana sarà anche irripetibile, ma l’insegnamento di don Lorenzo Milani rimarrà per sempre.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

QR Code Business Card