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Fiera di Padova: la città che avanza

Il cammino degli ultimi anni per la nostra Fiera è stato complesso e tortuoso con momenti veramente difficili che accomunano tutte le fiere italiane ed europee. Di questo bisogna sempre tenerne conto perché le fiere come le abbiamo conosciute finora, non esistono più. Quindi tutte le città dove ci sono importanti sedi fieristiche storiche o meno, stanno ripensando il modo di utilizzare questi grandi complessi ridando loro nuova linfa, nuove prospettive con nuove opportunità per un mercato che necessita continuamente di rinnovamento.

Questo per evitare che rimangano grandi complessi come cattedrali nel deserto pensando che ritornino tempi ormai andati. A Padova, negli anni, si è voluto rispondere alle esigenze della città anche attraverso spinte che si ritenevano indispensabili per evitare di lasciare la Fiera in balia di se stessa. I soci, soprattutto Comune e Camera di Commercio, hanno prima chiamato GL Events, un player IMG_6522fieristico francese al quale è succeduto Geo, un’altra società di gestione di eventi fieristici. I risultati, data le croniche difficoltà, non sono stati per nulla lusinghieri, fino ad arrivare alla chiusura delle società di gestione degli eventi e della proprietà degli edifici facendo nascere PadovaHall. Rispondendo, da parte dei soci, con  l’immissione di  nuovo capitale e chiamando ad operare una nuova dirigenza.

Purtroppo la pandemia non ha aiutato con ulteriori difficoltà e perdite di esercizio in parte coperti dagli aiuti di stato.  Nel frattempo  è stato inaugurato il Centro Congressi gestito dalla stessa Fiera di Padova con grandi eventi prenotati fino al 2025. Una risorsa importante che porta convegnisti da tutto il mondo con un indotto non indifferente calcolando che ogni convegnista lascia in città mediamente 300 euro al giorno. La nuova società ha visto prima Luca Veronesi come direttore generale, che ha lavorato per far ripartire gli eventi fieristici e dare impulso alle nuove attività che andranno a convergere all’interno dell’area fieristica. Dall’Università, a enti di promozione aziendale, spazio Coworking, ad un Hotel per  convegnisti e non solo, ad uno Spazio Food per studenti e convegnisti , uno padiglione dedicato al Gaming per giochi elettronici , al futuro Padiglione della Musica e via dicendo.

La Fiera, quindi, non solo utilizzata per qualche grande evento all’anno, seppur importante,  com’era Auto d’Epoca, ma che opera continuativamente diventando un’area aperta alla città. O come si dice, la “quarta piazza” di Padova. Il direttore generale che recentemente si è dimesso, ha presentato a suo tempo un piano industriale per i prossimi anni molto incoraggiante con  uno sguardo ampio e di importante rinnovamento  della Fiera che non sarà, perché non potrà più esserlo, solo espositiva. Naturalmente gli spazi espositivi non verranno sminuiti tanto che si arriverà a 23 eventi l’anno, di fatto uno ogni 2 settimane circa. La Fiera offrirà, quindi, molto di più di ciò che ha offerto finora sapendo che è collocata in una città a trazione turistica, del terziario avanzato, dell’innovazione e  Universitaria. Collocata in una zona che vedrà una trasformazione radicale a partire dalla presenza del tram, al rinnovo della Stazione ferroviaria con l’alta velocità.

I manager passano ma la Fiera rimane. Ora, il presidente Nicola Rossi, sicuro esperto di Fiere, se ne occuperà fino alla nomina di un nuovo direttore generale. Credo che si debba riconoscere il grande lavoro fatto in questi anni da Comune e Camera di Commercio per evitare  che la Fiera di Padova rimanesse una inutile colata di cemento. La “nuova Fiera” diventerà una rappresentazione della nostra città. Una città che guarda avanti riconoscendo il suo straordinario passato.

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