• Sì TAV!
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Sì TAV!

Da anni si manifesta, si abusa di atti di violenza con feriti, sabotaggi, distruzione per non costruire la TAV. La voce grossa fatta dai contestatori di ogni provenienza, centri Sociali, Movimenti No Tav, Legambiente e altre sigle  si è, negli anni, fatta sentire con un unico obiettivo che li accumunava: fermare questa “inutile” e “costosa” opera. Nel frattempo le maestranze delle grandi aziende lavorano, costruiscono, usano macchinari ad alta tecnologia necessari all’avanzamento dell’opera, progettano, prendono accordi e via dicendo.In sostanza, nonostante le grandi manovre di chi protesta, i lavori non si fermano.

Intanto diventa ministro un personaggio di assoluta “competenza” in infrastrutture, con lo sguardo lungo , capace di avere chiaro cosa significhi TAV, ponte Morandi di imagesGenova e molto altro, tale Toninelli. Basta ascoltarlo: almeno il buon senso di ridurre il numero delle dichiarazioni senza senso. Ma il baccano fatto dai No Tav e simili, in tempi non sospetti, ora si è affievolito. Hanno battuto in ritirata? Probabilmente sperano nel ministro Toninelli. Quindi movimenti silenti, stampa silente sui movimenti. Aspettano il ministro che non sa proprio che fare. Stop dell’opera, cade il governo, avanzata dell’opera, cadono i 5S. Un bel dilemma! Anche sull’eventuale  referendum proposto dal governatore Chiamparino, il ministro non sa che dire né che fare. Forse avrà letto qualche sondaggio che gli riferisce che il referendum sarebbe una catastrofe per loro.

Attendiamo la ridicola analisi costi-benefici. Intanto si sta muovendo anche chi l’opera la vuole. Sono migliaia, hanno idee chiare; sono sindaci delle valli che capiscono che cosa porterebbe la nuova grande opera ai loro cittadini. Ci sono anche coloro che hanno a cuore l’Italia e il suo sviluppo: cittadini di tutto il nord, amministratori, sindaci (anche il sindaco Giordani), che hanno chiaro che cosa voglia dire il Corridoio5 che attraversa il nord Italia e l’Europa. Naturalmente potremmo dire che costa troppo, che ci potrebbero essere corruzione e concussione, che la colata cemento   deturpa il paesaggio. Tutte cose vere, ma? Voglio ricordare che, avere trasporto su rotaia porterebbe alla sensibile riduzione del trasporto su gomma tra Italia e Francia e non solo e che, almeno in parte, l’ambiente sarebbe tutelato.

Mi chiedo: ma se negli anni ’60 non si fosse realizzata l’Autostrada del Sole perché si riteneva che  l’impatto ambientale fosse eccessivo, cosa succederebbe ora? O il traforo del Monte Bianco, o la variante di Valico, o l’autostrada che supera Aosta e avanti di questo passo, cosa sarebbe successo? Non ho la risposta, ma penso che stia nei fatti. Ognuno porta acqua al proprio mulino per il Si o il NO alla TAV giustificato da esperti di ogni tipo, ma l’opera sostenuta da migliaia di cittadini e amministratori non solo piemontesi, non può essere messa nel dimenticatoio perché nella visione futura dell’Italia ci deve stare. Un paese che non crede nelle infrastrutture è un paese che vuole rimanere nel limbo dei grandi paesi.

E non può, vista la nostra situazione economica che si sta avviando verso la recessione (lo sviluppo degli anni ’60 è lontano 60 anni) , sperperare miliardi di risarcimenti con un’assurda uscita unilaterale dal progetto. Risarcimenti all’Unione europea, ai paesi che già hanno esborsato le loro quote, agli italiani per i soldi inutili già spesi, bonifiche per le opere già costruite e, infine, alla perdita della credibilità dell’Italia. Possiamo permetterci tutto questo? Io penso di no e credo come moltissimi altri, che l’opera debba essere conclusa.

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