Cosa significherebbe uscire dall’Euro per gli italiani?
Le notizie che giungono giornalmente del braccio di ferro del governo gialloverde con l’Europa non fanno che peggiorare di giorno in giorno la già difficile situazione dell’Italia. La cosa che più stupisce è l’atteggiamento arrogante e ostentato dei due vice ministri Salvini e Di Maio che sbeffeggiano i moniti dell’UE all’Italia che, secondo loro, avrebbe davanti a sé un futuro di pronta ripresa in forza della manovra economica proposta.
L’Europa viene vista come una somma di burocrati inutili che tra qualche mese verranno spazzati via dalle elezioni e tutto cambierà. Quindi, alla fine, lo scenario costruito da questo governo è quello di un’Europa “cattiva”, colpevole con le sue pretese del male dell’Italia. Alla fine meglio uscirne per essere finalmente liberi da ogni vincolo.
Gli italiani stanno cadendo in una trappola mortale dalla quale, qualora si attivasse, difficilmente riuscirebbero ad uscirne. Se Brexit sta mettendo in seria difficoltà la Gran Bretagna che non era vincolata all’Euro con pesanti conseguenze interne e verso gli altri stati europei e non solo, l’Italia rischia una situazione disastrosa. Il lavoro faticoso e gli enormi sacrifici di tutti gli italiani e delle nostre imprese per uscire dalla crisi iniziata nel 2008 verrebbero cancellati con un folle gesto di Italexit facendoci ritornare in una situazione economica e politica da paese in via di sviluppo.
Sembra che ai nostri governanti questo non interessi; vanno dicendo che non usciranno né dall’Europa né tanto meno dall’euro, ma le scelte di politica economica e la sfida quotidiana verso i paesi europei più virtuosi sembrano portare esattamente nella direzione opposta. L’Italia verrebbe isolata dal resto d’Europa, anche dai paesi che ora considera amici ma che, essi stessi, vorrebbero che venisse sottoposta a “Infrazione” qualora la manovra finanziaria non subisse importanti modifiche secondo quanto previsto dai trattati. Non vogliamo vedere l’Italia finire nel burrone.
Uscire dall’euro significherebbe vedere probabilmente svalutata la nuova lira del 40-50% rispetto al valore dell’euro (con perdita di valore per i patrimoni piccoli o grandi degli italiani, trovarsi i mutui da pagare denominati in euro ma con lire che valgono molto meno e quindi con rate proibitive), far salire i tassi dei finanziamenti e mutui alle famiglie e alle imprese, svalutare il valore dei titoli di stato, scombussolare il sistema bancario italiano, aumento del debito pubblico con tassi da riconoscere molto alti. Infine rischio di ricadere nella crisi, disoccupazione e isolamento.
Bisogna dunque comprendere che la strada da percorrere deve essere nuovamente quella del buon senso, della ragionevolezza, del dialogo, degli equilibri di bilancio per proteggere alla fine le famiglie e le nostre imprese che ci danno lavoro. Rimanere in Europa e nell’Euro sono le condizioni essenziali per un futuro economico e politico che possa riassegnare al nostro paese il ruolo che da sempre gli spetta. Ma per fare questo serve un governo che sia credibile, autorevole e che non giochi ogni giorno col futuro del nostro Paese. Non dimentichiamo che l’Italia è uno dei soci fondatori dell’Unione Europea ed oggi è ridotta a Paese residuale.
Dobbiamo reagire e smascherare il pericolo della propaganda del governo gialloverde.
Gianni Berno capogruppo PD Comune di Padova
Nereo Tiso presidente Commissione II Attività Produttive e Commercio Comune di Padova
Gruppo PD