• 2017, Iran o  Persia: comunque un viaggio straordinario
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2017, Iran o  Persia: comunque un viaggio straordinario

IMG_7740Programmare un viaggio in Iran non comporta alcun problema: voli, alberghi ecc. I problemi sorgono nel momento in cui si comunica ad amici e parenti di voler andare in IRAN. I pregiudizi che tutti noi abbiamo accumulato negli anni causati da fatti storicamente complicati, presidenti iraniani poco inclini al dialogo e fomentatori di odio, relazioni con altri stati difficili, vengono alla luce e l’affermazione è quasi sempre quella: “In Iran!!!!” Ebbene sì. Abbiamo navigato e letto, cercato di capire, ascoltato, nascosto i pregiudizi che  anche noi avevamo e siamo partiti, come molte altre volte, per scoprire, imparare e capire. Perché alla fine, i pregiudizi scompaiono quando si incontrano coloro verso i quali si hanno i pregiudizi; si cerca di scoprire la loro parte migliore e le meraviglie di una storia che non si può cancellare e che è presente, ancora ogg. Quindi, andiamo in IRAN (Persia?)

1 agosto

Col volo Austrian Airlines, arriviamo a Teheran alle 17 con mezz’ora di ritardo. Ad aspettarci c’é Marzieh. Una ragazza  che non conoscevamo ma che, rapIMG_4947idamente, abbiamo imparato a conoscere. L’abbiamo contattata attraverso vie un po’ strane, con passa parola ma, alla fine, è lei il nostro primo contatto iraniano.  Nulla  a che vedere con lo stereotipo di donna musulmana costruito nel tempo dalla propaganda o dalla chiacchiera da bar. Ragazza che, pur tra non poche difficoltà, ha potuto studiare all’estero, proprio nella nostra città, Padova. Vi è rimasta tre anni alla facoltà astronomia imparando molto bene la nostra lingua. È musulmana ma non religiosa,; afferma di non aver scelto né di essere musulmana né iraniana; le piace viaggiare ma sa che in certi paesi non potrà andare anche se vorrebbe (USA) e altri, quelli europei, dove ha parecchie difficoltà. Più facile, per lei/loro andare in Armenia e Arzebaigian perché non serve il visto. Comunque la sera si cena assieme, presente Sam, il suo ragazzo. Diciamo che, il primo incontro é stato ottimo. Di Teheran non guardiamo niente, ma ci ritorneremo. Dormiamo all’hotel Markazi: persone gentili, confortevole per i nostri standard. Praticamente in Centro.

2 agosto

Verso le 10.30 si parte direzione Kashan. Volevamo fermarci a Qom, ma molti ci hanno sconsigliato: troppo tradizionalisti, un altro mondo; lo straniero non è il benvenuto, sembra, e l’iraniano medio, non troppo religioso, viene sopportato, quindi tiriamo dritto e ci fermiamo al mausoleo di Komeini, l’aiatollah della rivoluzione islamica del 1979. Una costruzione gigantesca, fatta di marmi luccicanti e cupole dorate. IMG_4964Qualche mese fa ci fu un attentato e ora è presidiato e controllato sommariamente. Da decine di poliziotti.  Mi tolgo i sandali che lascio all’ingresso, mi ritirano lo zaino senza guardarci dentro. Donne e uomini entrano da porte diverse. Le donne, nonostante il velo d’ordinanza, devono coprirsi completamente tranne il volto con un drappo-chador perché non è una mosche, bensì un mausoleo. Entriamo, qualcuno sta pregando davanti alla tomba. Per molti un santo per altri un personaggio strano. All’esterno, nell’immenso piazzale, la gente bivacca in tende da campeggio: hanno fornello, pentole, fanno il bucato. Forse vogliono rimanere di più vicino a Komeini. Nei giorni successivi però, impareremo come mai le persone stanno là. Si riparte verso Kashan . Arriviamo alla Ehsan Historical Guest House prenotato via internet: fantastico! Una casa tradizionale iraniana completamente restaurata e adibita a hotel. Proprio un bel posto. Andiamo a vedere la grande e bellissima  moschea ora madrassa, cioè scuola coranica ed entriamo nel grande bazar che ha dei luoghi misteriosi, fatti a cupola. Compriamo il profumo di rose tipico di Kashan. Ovviamente si contratta. Una cena a base di carne di cammello per me e melanzane per Stefania.

3 agosto

Un quarto d’ora dall’albergo si trovano le case tradizionali di Kashan completamente restaurate. Molto interessanti per l’architettura: spazi, più piani, cortili. Tutto però è costruito attorno a due elementi essenziali: acqua e aria. Le torri del vento che in molte case tradizionali costituiscono una interessante architettura, hanno una forma per recuperare il vento, appunto, necessario a refrigerare la casa durante le giornate torride. Al pomeriggio, con un tour organizzato, si parte in jeep verso il deserto. Tra dune, piante secche e sole si arriva nell’immensità silenziosa del deserto: veramente un’esperienza straordinaria. Si sale sulle dune a piedi, si capisce l vastità di questo luogo, la IMG_5233sua ostilità nel viverci, ma per noi un luogo di grande profondità anche spirituale oltre che di pensiero. Si visita il lago salato dove corrono liberi cammelli selvaggi e si arriva ad un caravanserraglio vecchio di 800 anni e ora completamente restaurato. Situato sulla via carovaniera intrapresa da Marco Polo che sembra proprio aver soggiornato lì.  Naturalmente non ci sono più le carovane che trasportano le loro mercanzie, ma viene utilizzato dai turisti. Cena comune, preparata dai nostri autisti e da qualcuno che gestisce il luogo. Si poteva dormire là a vedere il cielo invaso dalle stelle, ma noi abbiamo preferito fare ritorno fermandosi per vedere la luna che illumina il deserto. Prima di affrontare il deserto ci eravamo fermati in visita ad una città sotterranea tra cunicoli, tunnel e piccoli spazi di sosta. Dopo, ci hanno fermato, non molto lontano dalla città, a visitare un castello di fango: molto particolare. Passiamo una mezz’oretta anche in un sanIMG_5040tuario-moschea. Il santuario, che contiene le spoglie di un grande mullah, è un luogo sempre aperto, giorno e notte dove le persone possono mangiare, dormire e rimanere anche qualche giorno. Tanta gente e sulla grande spianata di persone e tante lapidi morte nella guerra Iran-Iraq che le donne andavano a lavare e sulle quali pregavano. Naturalmente le donne per entrare nel santuario si mettono il telo che le copre completamente. Un mullah della moschea nei suoi abiti tradizionali si ferma e cordialmente ci saluta: dà la mano ai maschi e fa un inchino alle donne. Ci ringrazia per essere venuti in Iran e ci chiede di dire a casa che l’Iran non è pericoloso e la sua gente è accogliente. Tutti possono venire. Sembrava un uomo saggio. Ci congediamo. La giornata naturalmente è sempre accompagnata da un caldo secco che ti invita a bere litri di acqua.

4agosto

Arriva il nostro taxista per accompagnarci ad Esfahan via Abianey e Natanz: circa 250km. Immediatamente scopriamo che il taxi ha il condizionatore a finestrino: pazienza! Entriamo in autostrada e poi via verso l’arida montagna. Incontriamo, com’era previsto, una centrale nucleare per l’arricchimento dell’uranio. Non ci sono i camini che spuntano perché è tutto sotterraneo. Occupa un’area immensa in mezzo al desIMG_5366erto. Il taxista ci dice che sono venuti gli americani a controllare. Tutt’attorno, oltre alle normali guardie lungo la lunghissima recinzione, ci sono diverse postazioni di contraerea. Un po’ inquietante per noi. Comunque, rigorosamente: no foto per evitare di essere scambiati per qualche spia americana! I  nostro taxista ce l’ha un po’ con gli israeliani che pensa siano pronti a lanciare la bomba atomica che l’Iran non ha. Quando gli chiedo perché dovrebbero lanciarla, non sa che rispondere. Ma intanto si ferma ai bordi di un ruscello, in mezzo a tutto quel secco, stende un telo e tira fuori l’anguria per un  pic nic.  Arriviamo ad Abianey. Un paesino caratteristico a 2000 metri di altitudine in mezzo alle montagne di terra rossa e completamente secche. Naturalmente l’acqua c’è e scorre in silenzio sotto il terreno. Talvolta riaffiora e diventa un ruscello lungo il quale il verde cresce. Le donne di Abianey hanno un manto bianco con disegnate rose rosse e vendono mele disidratate. Si passeggia lungo la via principale e si incontrano soprattutto turisti locali che, dì venerdì, godono di giorno di festa in Iran. Vista l’altitudine, l’aria è più respirabile. Si prosegue per Natanz per vistare una moschea del 12 secolo ma è in completo restauro. Questo non vieta al nostro driver di pregare rivolto verso la Mecca. Infine, Esfahan, la meta. Ci avviamo subito  verso la grandissima e IMG_5461straordinaria piazza Imam. La gente, pian piano, arriva, stende i suoi teli sull’erba e fa un picnic. All’imbrunire è stracolma di gente che, serenamente,  conversa, mangia seduta sull’erba anche dopo aver cucinato con un fornelletto. Carrozze per turisti girano attorno alla piazza e talvolta gareggiano. Lungo tutto il perimetro solo negozi, tanti negozi. In mezzo una grande vasca con fontane dove i bimbi entrano per trovare refrigerio. Ci sediamo ai bordi della vasca e pian piano le persone si avvicinano e cominciano a parlarci e porci domande, sul lavoro,sui figli, ci parlano di loro, con assoluta tranquillità. Molti passeggiano alzano lo sguardo e, sorridendo, ti dicono: wellcome to Esfahan! Si fa quasi notte, rientriamo nonostante la piazza sia ancora stracolma. Domani ci ritorneremo perché ci manca molto da visitare e da…incontrare

5 agosto

Si parte sempre dalla piazza principale e si vanno a scoprire i suoi tesori. La prima moschea in cui entriamo è una meraviglia dell’arte islamica. Le sue maioliche,  in una concentrazione geometrica di colori, non lasciano libero nessuno spazio né delle pareti né della cupola IMG_5771che, all’esterno e al tramonto si colora di rosa. L’altra moschea molto più grande è sottoposta a manutenzione, ed è anch’essa un gioco di colori delle piastrelle. È ancora utilizzata dai fedeli. Sono entrambe del 1200.  Là incontriamo un giovane mullah, vicino alla madrassa (scuola per studiosi del Corano ma dove si insegna anche altro) che si sofferma qualche minuto con noi. Oltre alle solite domande di rito, si capisce che sa bene cosa si pensa dell’Iran dalle nostre parti e ci invita a dire alla gente che in Iran la gente è accogliente e che è un bel paese con una grande storia. Ci congediamo e continuiamo verso il palazzo di Alì Kapu, costruito come residenza dello scià. Gli serviva per guardare dalla terrazza le parate nella grande piazza. Al pomeriggio lo dedichiamo al bazar con le sue stradine e le migliaia di commercianti. Al bazar si va anche perché è coperto e si respira rispetto al caldo infernale di fuori. Al pomeriggio inoltrato, visitiamo Chehel Sotun, un palazzo costruito nell’epoca safavide del IMG_56261600 attorniato da un giardino straordinariamente tenuto e patrimonio dell’Unesco. La giornata termina con la cena ad un ristorante tradizionale dove ci si siede sopra dei tavoli bassi coperti da  tappeti appoggiati a dei cuscini. Un po’ scomodo per noi, ma si fa. Passeggiata in piazza Imam, sempre straordinaria e rientro.

6 agosto

Siamo ancora ad Isfahan e abbiamo ancora molte cose da visitare. Si parte dall’albergo verso i famosi ponti della città. Purtroppo attraversano un fiume in secca dopo che il corso è stato deviato per portare l’acqua a città con maggiori difficoltà di approvvigionamento. I IMG_5702ponti sono straordinari. Qualcuno è stato costruito con più arcate quasi a formare una diga. Al centro il luogo dove lo scià si permetteva una terrazza per godersi lo spettacolo. Ora si passeggia in mezzo le arcate e si attraversano semplicemente. Interessante è anche che per passare da un ponte ad un altro si passeggia su giardini stupendi e ottimamente tenuti dove  molti trovano la refrigerante ombra dalla calura ossessiva del giorno. Scendiamo ancora verso sud ed entriamo nel quartiere armeno. Io scià Abbas I,fece costruire i ponti ma anche relegò i cristiani armeno-ortodossi in un’unica zona della città. Ora la comunità armena conta circa 5000 persone. Il quartiere armeno è un quartiere elegante, con strade bene tenute e negozi alla moda. Sembra un po’ meno restrittivo del resto della città. Entriamo nella cattedrale che è stata recentemente restaurata e si presenta stupendamente così ben affrescata. Gli affreschi sono tipici della storia biblica ma anche delle tradizioni legate alla comunità. Veramente interessante trovare una micro comunità cristiana che vive serenamente la propria fede senza costrizioni o difficoltà. Riprendiamo il cammino e ci inoltriamo in uno stupendo parco pubblico dove IMG_5758l’acqua e il verde la fanno da padroni. Naturalmente non potevamo, a conclusione della giornata, non entrare in piazza Imam. Alla mattina e fino all’imbrunire, è completamente vuota: il caldo allontana. Ma subito dopo comincia ad animarsi. Famiglie che continuano ad arrivare  per cenare all’aperto, giovani che passeggiano fino a tardi. Una piazza, ancora una volta stupenda. Nel frattempo incontriamo un signore che parla uno stentato italiano, ed è nella piazza per incontrare persone con cui parlare e imparare le lingue che sta studiando. E’ un ingegnere in pensione di religione ebraica così come la moglie. Passeggiando i bambini si avvicinano a noi e, con qualche parola inglese, ci chiedono il nome era dove veniamo. Ovviamente foto di rito. Una giornata intensa ancora per ammirare la meravigliosa Esfahan. Domani si riparte, a malincuore, ma il viaggio continua

7 agosto

Si parte da Esfahan con bus VIP, molto comodi. Arriviamo nel primo pomeriggio a Iazd. La città ha ancora una presenza zoroastriana. Una antichissima religione quasi scomparsa ma che ha un suo fascino. E’ la religione persiana prima dell’islam. L’albergo è una casa tradizionale IMG_5872 nella città vecchia con un ampio cortile che serve per ristorante. Ci deviano però ad un altro albergo, sempre loro e sempre casa tradizionale: Alì Baba. Facciamo due passi in giro per la città e andiamo a vedere: la prigione di Alessandro Magno un santuario e via dicendo. Ma la cosa interessante sono le case: tutte costruite con pietre di fango e rivestite con intonaco di fango per proteggere dal caldo. Sopra il tetto dell’albergo a due piani, si gode di una fantastica veduta sui tetti della città e si nota come ci siano una quantità notevole di torri del vento per rinfrescare le case. Ancora più straordinario, è l’evidente e incombente presenza del deserto che attornia la città. Prenotiamo all’albergo un tour per il giorno successivo. Alla mattina si parte in taxi verso Kharanaq, la città di fango che si sta sgretolando. Un restauro continuo la rende  percorribile in parte. Poi via verso Ciack-Ciack, un santuario zoroastriano incastrato nella  montagna al quale si accede salendo per delle ripide scale. Il problema sono i 40 gradi non le scale. C’è una fonte dalla quale sgorga acqua pura e le sue gocce, IMG_6032cadendo,  fanno  ciack ciak, il nome del santuario. Sacro anche per i musulmani che vi si recano a migliaia in pellegrinaggio. Nel santuario arde il fuoco eterno zoroastriano. Lo spettacolo del deserto da qua sopra è veramente incredibile sotto la cielo azzurro e terso. Dopo ci avviamo verso la città di Meybod. Visitiamo il castello di fango, in parte restaurato e be accessibile, che risale a 1800 anni fa. Non molto lontano si può visitare un caravanserraglio completamente restaurato, una fonte d’acqua per l’approvigionamento della città e, infine una grande ghiacciaia, ora non più usata, chiaramente. Il ghiaccio veniva accumulato in inverno, visto che la temperatura scendeva anche a -15, è utilizzato d’estate dato che nella ghiacciaia rimaneva a zero. Nel pomeriggio, si va verso  il tempio di Zoroastro dove il fuoco brucia ininterrottamente da almeno 1500 anni e dove molti seguaci dall’Iran e dall’estero si trovano per le loro celebrazioni. Ma la cosa più interessante è un luogo misterioso, ai confini della città: le torri del silenzio alle quali ci avviamo in taxi e verso il tramonto. Sono due colline sulle quali sono costruite delle torri molto ampie con un gran foro centrale. Sopra il largo bordo del foro, venivano sistemati i defunti: prima fila gli uomini, seconda le donne, terza i bambini. Quando i loro corpi erano stati consumati dagli avvoltoi, le ossa venivano gettate nel grande foro fino al riempimento. Riempito il foro, si costruiva un’altra torre. Il sito è zoroastriano e questo il loro rito per i defunti. Ora i morti zoroastriani vengono sepolti in un cimitero recintato che si trova proprio dentro a questo luogo magico zoroastriano.

9 agosto

Ci avviamo in VIP bus verso Shiraz, penultima tappa. Forse 6 ore di bus. Arriviamo a Shiraz verso 16.30. Il tempo di scaricare i bagagli e siamo già in movimento. La    canicola si fa sentire ma noi partiamo. Andiamo verso il centro storico e troviamo un castello molto ben tenuto che costituisIMG_7771ce il centro storico della città. Ci avviamo verso il santuario dei 2 Imam, parenti di Alì, cugino e primo successore di Maometto.  Questo per i musulmani sciiti, praticamente tutti gli iraniani, che ritengono di derivare dalla famiglia di Maometto e non dalla tradizione come i sunniti, dalla parola sunna, che significa tradizione, appunto. Le strade pullulano di gente e auto, è difficile camminare. Arriviamo e ci sembra chiuso. Ma una signora gentile ci accompagna all’ingresso attraversando il bazar. Arrivati: uomini da una parte donne da un’altra con obbligo di chador come in tutti i mausolei. Per sicurezza deposito zaino e macchina fotografica. Si può fotografare col cellulare.  Entriamo con la guida, obbligatoria per i non musulmani. Un posto spettacolare; un mare di gente che cammina, che è seduta e fa quattro chiacchiere, che entra nel mausoleo o nella moschea per pregare. Insomma tantissima gente in un posto magico. Illuminato dalle luci della notte, rende ancora di più la sua bellezza. Alla fine del giro la guida (un ingegnere civile che si dedica a questo come volontario 4 ore la settimana), ci porta in un ufficio e ci offre the con biscotti e ci fa vede  qualche foto degli altri mausolei. Cena e ritorno.

10 agosto

Si parte per Persepoli, Naqsh-e Rostam e  Pasargarde. Persepoli è un luogo meraviglioso, ottimamente conservato. Racconta la storia della Persia i vari re che si sono succeduti. Quando c’erano le grandi cerimonie per ricevere le delegazioni delle satrapie dell’impero, venivano IMG_6076accolte nella sala dei convegni che poteva contenere fino a 10.000 persone. Abbiamo solo potuto immaginare il fasto del tempo: il grande edificio, la grande scala da dove arrivavano le delegazioni con i doni che entravano nel grande edificio, IMG_6181 - Copiai marmi scolpiti e istoriati straodinariamente conservati. Una cosa assolutamente sontuosa. Proseguiamo verso Naqsh-e Rostam dove si trovano 4 tombe scavate nella roccia, alte almeno una decina di metri con colonne sopra le quali si notano i simboli della religione zoroastriana. I grandi della Persia e delle varie dinastie tra cui Dario, Serse e Antaserse, hanno avuto una sepoltura adeguata alla loro maestosità.  Partiamo verso Pasagarde che dista oltre 100km da Shiraz. Là vi si trova la tomba di Ciro il grande. Un mausoleo solitario che domina la valle. Se si rimane qualche minuto a pensare e immaginare si può riordinare la storia e la saggezza di questo grande re molto IMG_6202equilibrato. Per gli iraniani è un onore passare qualche minuto di fronte al mausoleo di Ciro. Della città rimangono poche rovine. Perse  valore e grandezza dopo la costruzione di Persepolis. Al ritorno si va a visitare la Tomba del grande poeta iraniano Hafez. Sembra che in tutte le case degli iraniani ci sia, oltre al Corano, un libro di Hafez. Anche a lui gli iraniani non hanno risparmiato per onorare la grandezza del loro profeta. Un grande mausoleo con un bellissimo giardino che lo circonda. Andiamo a vedere altre due moschee:  la Vakil, che ha una raffinata sala da preghiera con colonnato e vetrate che sprigionano i loro colori all’interno col sole del mattino. Poi si alla Nasir al Molh. Una moschea in restauro, dove le maioliche sono assolutamente particolari e vengono copiate per costruire tappeti. Nel frattempo ci chiama l’amico Stefano, persiano di Padova, che arriverà a Teheran e vorrebbe incontrarci.

11 agosto

La mattina prima di partire verso Teheran per la nostra ultima tappa, andiamo a visitare l’antico giardino botanico  Eram. Tenuto benissimo: acqua che scorre, cipressi altissimi, rose , fiori, viali per passeggiare: veramente bello. Partiamo verso le 14 e arriviamo all’albergo del primo IMG_7843giorno verso le 17. Tutto è chiuso perché è venerdì, giorno di festa in Iran. Si passeggia per la città dove, comunque, qualche negozio aperto c’è…proprio come da noi. Alla sera incontriamo Stefano Toubai, “persiano-padovano” , cattolico, nato a Teheran, che vive a Padova. A Teheran ha ancora dei parenti e insieme andiamo a prendere il gelato nella gelateria più antica di Teheran, nella zona più “in” della città. Riusciamo a vedere da fuori la casa dove abitava lo Scià (9000 mq) e, là vicino, quella dell’aiatollah Komeini. Oltre alla cattedrale cattolica. Il tutto in mezzo ad un traffico infernale.

12 agosto

E’ l’ultimo giorno in Iran. Ci muoviamo per Teheran, una città mastodontica con quasi 9 milioni di abitanti. 4 cose da vedere: palazzo Golestan, il bazar naturalmente, l’esposizione dei gioielli dello Scià e il museo del tappeto. Palazzo Golestan mostra la sontuosità degli Scià e  IMG_6329l’ostentazione del loro potere. Naturalmente era un palazzo per ricevimenti. Un giardino molto bello in stile persiano ne precede l’ingresso. Entriamo nel luogo dei ricevimenti. Un luccichio e una luce emanate da un numero infinito di piccoli pezzettini di specchi che formano piccole rose, rosoni, angolature particolari. Tutta la stanza lunga oltre 20 metri ne è tempestata, pareti e soffitto: assolutamente particolare. C’è anche la copia del trono dello Scià, l’originale è al museo dei gioielli. Passiamo al bazar di 10 km quadrati: un fiume di persone entra ed esce e si affanna nei negozi. Nel bazar  c’è tutto e di tutto. Dalle pentole, alla cartoleria, all’oro, alle etichette di marche importanti, false ovviamente e, soprattutto, tappeti persiani. Naturalmente ci hanno invitati a vederli: bellissimi ma non abbiamo comprato nulla. Alcuni negozi sono chiccherie, altri dei buchi; qualcuno vende le sue poche merci sopra un cartone a terra. Ma tutti vendono e moltissimi comprano. Dalle 7 alle 17 è l’orario di apertura ma dalle 9 inizia la folla. Si incontrano personaggi diversi che ti salutano e cIMG_6358hiedono, da dove vieni, qualcuno si ferma a parlare, altri si sforzano di dire qualche parola in italiano. Tutti con serenità e gentilezza. Alle 14 siamo alla Banca Nazionale dove sono custoditi i gioielli dello Scià: chiude alle 16. Ovviamente “no foto”. Entriamo da una porta blindata spessa una settantina di centimetri e ci appare una meraviglia. Una serie di oggetti tempestati  di oro, diamanti, rubini, smeraldi, diamanti rosa e via dicendo, che ricostruiscono la storia degli Scià. Il trono smontabile e trasportabile dello Scià, ricoperto d’oro e pietre preziose, smeraldi grossissimi, collier incantevoli. Fino alle corone dell’incoronazione dell’ultimo Scià Palevi e della moglie Fara Diba, fuggiti negli Stati Uniti dopo la rivoluzione del 1979.  Ostentazione di ricchezza? Può darsi, ma sicuramente sono da apprezzare la bravura e la capacità dei maestri orafi e degli incisori. Infine, andiamo al museo del tappeto, fatto costruire da Fara Diba. Particolare per la bellezza dei tappeti che ti fa capire la maestria delle mani sapienti di chi li tesse o, meglio, li annoda. Infine poco altro. Ci mangiamo l’ultimo gelato persiano e ci avviamo verso l’aeroporto.

13 agosto

Alle 3.55 parte l’aereo per Vienna e da lì, con un altro volo, a Venezia e poi a casa.

FINE DEL VIAGGIO.

 Che dire. L’Iran è un paese meraviglioso che, con difficoltà si sta aprendo al mondo.  Nei 12 giorni che vi abbiamo trascorso, abbiamo visitato la storia, raccolto una infinità di gentilezze, mai avuto paura, trovato persone cordiali e accoglienti. Gli iraniani sanno benissimo che in occidente si hanno dei pregiudizi nei loro confronti a causa della politica e cercano di far capire che loro non sono chi li governa. Sanno che la transizione sarà lunga e i giovani vedono un futuro di cambiamento. Difficile? Difficile. I religiosi hanno ancora un grande potere politico, nonostante il nuovo presidente possa essere considerato un “moderato” rispetto agli altri, aperto al dialogo con l’occidente e che sembra capire l’inutilità dell’isolamento. Ma, alcuni iraniani che vivono in altri paesi, dagli USA, alla Francia, alla Gran Bretagna, dicono serenamente che loro, nonostante si sentano profondamente iraniani, non vi torneranno mai nel loro paese se non cambierà la politica iraniani. Naturalmente c’è la questione femminile che è di fondamentale importanza e poi tutte le regole “morali” stabilite per legge. Tutto dipende anche dalle diverse città dove si abita, più o meno tradizionaliste, ma il problema rimane. Il velo forse è un dettaglio. Ragazzi e ragazze non possono ritrovarsi insieme, non possono festeggiare insieme. Ragazze che vanno da sole in auto possono essere controllate e chiesto dove vanno. Le coppie, solo le coppie, possono incontrarsi e camminare assieme (almeno così abbiamo visto). Non abbiamo mai visto un gruppo misto. Ovviamente, di fronte alle regole ci sono le trasgressioni, soprattutto in privato: musica, danze, piscina, alcool, ecc.. Chiaro che se la polizia scopre l’arcano sono dolori. Talvolta, come abbiamo sperimentato, ci sono blocchi stradali per il controllo; qualcuno dice della “morale”. Nonostante tutto, nelle grandi città come Teheran, la donna ha meno costrizioni che non le piccole città, soprattutto sull’abbigliamento: forse, a nostro parere, un po’ più disinvolta e meno costretta nei lunghi manti neri. Ma il velo e la donna, si trova scritto un po’ dappertutto: “La donna islamica è una perla, e il velo la protegge come un’ostrica”. Ognuno farà le proprie riflessioni. Questo non vuol dire che le donne non vadano all’Università, non ricoprano ruoli importanti, e via dicendo. Certo, spesso rimangono in famiglia, non lavorano all’esterno. Non esprimo giudizi, sarebbe fin troppo facile, ma penso che ci vorrà del tempo per arrivare al cambiamento auspicato. Gli iraniani, soprattutto i giovani, sembrano fiduciosi. Una ragazza ci dice che, siccome non ci sono luoghi di ritrovo per i giovani (a parte le famiglie) come locali, discoteche, pub ecc., allora si esce la sera e si fa shopping. Un ragazzo spera che prima o dopo i tradizionalisti religiosi facciano il loro tempo e che possa nascere una nuova classe dirigente per il cambiamento e l’apertura.

Ciò non toglie nulla alla grandezza del popolo iraniano, alla sua grande storia, al suo grande paese che invito, assieme a Stefania, a visitare. Nessuno, come qualcuno potrebbe pensare, ci ha mai guardato in cagnesco, né tanto meno minacciato. Rispettare le regole è fondamentale. Ma ciò vale sempre e in ogni paese.

Alcune curiosità:

Chirurgia estetica: sembra che circa 100.000 persone, quasi tutte donne ma non solo,  ogni anno si rifacciano il naso. Un orgoglio ostentare il cerotto sul naso o il  proprio nasino fatto in un unico modello. Prezzo: dai 1000 ai 5000 euro: difficile per i meno abbienti. Penso non siano tutti eredi di un importante naso come quello di Monsieur de Bergerac, tale: Cyrano!

Calcio: la stragrande maggioranza dei giovani maschi incontrati ama il calcio e, soprattutto, il calcio italiano che in qualche modo seguono. La squadra più amata? La Juventus indicando Buffon quasi come un mito: “The best in the word”. Le ragazze, invece, soprattutto quando era giovane ma anche ora, impazziscono per Francesco Totti.

Attraversare la strada: sembra una cosa banale, ma da quella parti (come in Turchia…), si è a rischio. Nessuno si ferma e le strisce pedonali sono presenti giusto perché non si può farne a meno. I drivers iraniani sono straordinari e si infilano in qualsiasi buco: noi impazziremmo. Ma attraversare la strada è un’impresa a rischio: bisogna essere sicurisssssssimi!!! Solo due, quando eravamo in mezzo ad una strada 4 corsie, presi da pietà, ci hanno fatto passare.

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